lunedì 30 gennaio 2023

Ognuno di noi ha uno scopo su questa terra

Ognuno di noi ha uno scopo su questa terra, diversamente non sarebbe nato. Il problema è che pochi lo conoscono, questo scopo, e ancor meno, fra quelli che lo conoscono, lo perseguono fino a realizzarlo. La maggioranza della gente più che vivere, vegeta.

Ecco perché ci sono così tante persone scontente, lamentose, poco centrate. Il lavoro su di sé ci da la centratura necessaria per vivere al meglio in questo mondo, certo. Ma il completamento del lavoro su di sé avviene solo quando si riesce a trovare uno scopo all'interno della propria Vita.

(Immagine presa dal web)


Ovviamente, nessuno sa meglio di noi qual'è il proprio scopo. Certamente non possono saperlo i nostri genitori, educatori, insegnanti, preti o allenatori. Lo scopo è insito nella nostra natura, in ciò che siamo realmente, esso è un progetto animico, così profondo che, a volte, nemmeno noi riusciamo ad incontrare per poi realizzare.

Ogni persona preposta alla nostra educazione crede di sapere cosa sia giusto per noi. Molti genitori vorrebbero che i figli continuassero l'attività di famiglia, le professioni dei padri/madri, o che realizzassero per loro ciò che essi stessi non sono riusciti a fare. Così ci sono genitori che obbligano i figli a studiare medicina solo perché loro non ci sono riusciti, o insegnanti che cercano di orientare i propri alunni verso un lavoro impiegatizio perché credono che sia la forma più "sicura" di lavoro retribuito.

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Io credo che questa sia una vera a propria violenza psicologica che, se non contrastata attraverso una presa di coscienza da parte del ragazzo che ne è oggetto, porterà, in un secondo tempo e nell'età adulta, ad una mancata realizzazione dello scopo per il quale è venuto al mondo.

Bisognerebbe lasciare libero il bambino, l'adolescente, di scegliere la via che lo potrà portare, se seguita con costanza e volontà, a realizzare, una volta divenuto adulto, il proprio scopo su questa terra. Sarebbe importante non forzare mai e per nessuna ragione il bambino nella scelta degli sport, giochi e, man mano che progredirà negli studi, nel tipo di scuola che intende frequentare.

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Queste costituiscono, a mio avviso, le basi affinché il ragazzo possa mettere alla prova le proprie potenzialità che gli permetteranno, una volta sviluppate attraverso la relativa presa di coscienza delle stesse, di realizzare il proprio scopo.

La presa di coscienza di chi realmente siamo attraverso il lavoro su di sé, assieme alla realizzazione del proprio scopo su questa terra attraverso lo sviluppo dei propri talenti nascosti, costituiscono le basi per un salto di qualità che possa portare pace, gioia, realizzazione ed armonia fra i popoli eliminando, al contempo, lamentela, violenza, disparità sociali e caos dal nostro bel pianeta terra.

Vincenzo Bilotta

lunedì 16 gennaio 2023

Scegli la luce!

Oggi più che mai è un periodo oscuro della storia dell'umanità, una sorta di secondo Medioevo. Le tenebre sembrano essere calate su questo mondo, un mondo dove, del resto, la maggioranza delle persone sembrano aver scelto di camminare in direzione dell'oscurità e del male.

In un'epoca come questa, scegliere di percorrere la via che porta alla luce è una scelta coraggiosa che richiede molta consapevolezza. Del resto, vive ed ama le tenebre chi è inconsapevole a causa del sonno in cui versa.
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Va detto che brillare è difficile in un mondo in cui la maggior parte delle persone ha scelto di vivere nel male e nelle tenebre, ciò perché si sarà soggetti a giudizi a causa del cammino di luce intrapreso, cammino che, se seguito fino in fondo, potrà portare al bene e alla liberazione dalla schiavitù mentale.

In un mondo dominato dalle tenebre la differenza la può fare ogni singola persona con la sua scelta di abbracciare la luce abbandonando, al contempo, le tenebre. Sempre più persone, ormai, stanno scegliendo la luce e, di conseguenza, il bene. Questa scelta, spesso, è dettata dall'esigenza di uscire dalla spirale di follia quotidiana nella quale è immersa la popolazione a livello mondiale.
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Chi sceglie la luce accende la speranza anche per coloro i quali, non avendo ancora scelto, dimorano nelle tenebre. Essere d'esempio, infatti, è il miglior modo per aiutare gli altri a cambiare rotta, abbracciando la luce della consapevolezza e smettendo, al contempo, di seguire la via che conduce alle tenebre dell'inconsapevolezza e della perdizione.

Certo, scegliere la luce risulterà molto difficile per chi ha camminato sempre nell'oscurità. Chi sceglie la luce dopo aver camminato da sempre nelle tenebre, infatti, sa che per effettuare questo cambiamento dovrà lasciarsi il passato alle spalle per sempre e, con esso, anche molte persone che continueranno a camminare nelle tenebre.
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Percorrere il cammino di luce richiede una pulizia interiore, un desiderio che riesca a vincere la paura di rimanere abbagliati, la prima volta, dalla luce, dopo tanti anni passati a vagare nelle tenebre con gli occhi chiusi e da persone addormentate.

La scelta dovrà essere definitiva, coraggiosa e frutto dello sviluppo di una personalità indipendente e refrattaria al giudizio delle persone che, se poco tempo prima erano amiche nostre, poi potrebbero rivoltarsi contro per paura del nostro cambiamento, ciò che non si comprende, infatti, lo si teme.
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Tuttavia, scegliere la luce dopo aver abbandonato le tenebre, è l'unica via per la liberazione dal modo di pensare collettivo, alimentato dalla massa attraverso ansia, paura, rabbia, dolore, insicurezza, odio e tante altre forme pensiero negative.

Lo scegliere la luce costituirà un cambiamento di polarità. Si passerà, infatti, dalla polarità negativa, costituita dalle tenebre dell'inconsapevolezza, alla polarità positiva, costituita dalla luce, dall'amore incondizionato e dalla gratitudine per il solo fatto di essere vivi e non far più parte del gregge dei non-pensanti.
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Chi sceglie la luce non deve giudicare coloro i quali, per libera scelta o perché inconsapevoli, rimangono nelle tenebre. In questi casi occorre averne compassione, capendo che non tutti sono destinati a vedere la luce. Molte persone, come accade oggi, sono destinate a vagare nelle tenebre, ma ciò non significa che sia sbagliato.

Dopotutto, giusto e sbagliato sono concetti che, al pari di luce e tenebra, potrebbero condurre ad una visione duale della Vita e certamente non è questo lo scopo di chi è nel cammino, perché potrebbe facilmente incorrere nel giudizio e nella conseguente condanna da parte di chi, invece, ha scelto una via diversa rispetto a quella che conduce la luce.
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Seguire la luce non significa essere perfetti, così come seguire il buio non implica aver effettuato una scelta sbagliata. Se vogliamo dirla tutta, parlando in maniera duale, a volte sono proprio le persone che vivono nelle tenebre quelle che giudicano di meno chi, invece, ha scelto di vivere nella luce.

In questo contesto, parlando sempre di giudizio, a volte sono proprio coloro i quali vivono nella luce a puntare il dito nei confronti di chi vive nelle tenebre. La scelta è libera, ogni giudizio inutile e frutto di inconsapevolezza. Non c'è una strada giusta da seguire, bisogna scegliere sempre col cuore astenendosi, tuttavia, da qualsiasi giudizio.

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È il non giudicare, infatti, che assume, in questi contesti, un'importanza più rilevante rispetto al fatto che si abbia deciso di seguire la luce piuttosto che le tenebre, perché proprio il non giudicare è un indicatore dell'avvenuta crescita interiore del soggetto, e non il semplice aver scelto la luce. 

Spesso, infatti, chi decide di seguire un cammino nella luce, lo potrebbe fare per una chiamata dettata dall'ego, non dal cuore, rimanendo, per ciò stesso, intrappolato nella mente e nel senso di superiorità che deriva dall'aver scelto ciò che la maggioranza rifugge.

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Scegliere la luce significa proprio scegliere il non-giudizio, l'umiltà, essere d'esempio per chi, già pronto ad una trasformazione interiore, è disposto a seguirci. Per tutti gli altri restano mille altre strade, anche intermedie, ma a noi non importa, la scelta è dei diretti interessati ed in base al loro livello di coscienza maturato, non nostra.

Vincenzo Bilotta