martedì 27 dicembre 2022

Pensavo fosse amore... Invece era un calesse!

Quante volte abbiamo vissuto delle relazioni, credendo fossero la storia della nostra Vita e invece, per dirla con il titolo di un bellissimo film che vede, tra gli altri, come protagonista Massimo Troisi, era un calesse?

Le storie d'amore, si sa, non sempre hanno un lieto fine, diversamente non ci sarebbero diversi partner a sfilare all'interno delle nostre Vite. Molto spesso, prima di trovare il partner ideale, occorre fare diverse esperienze e, solo dopo aver acquisito la saggezza necessaria a gestire in maniera diversa il rapporto con il partner, arriverà l'amore, quello vero.

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Una cosa è di fondamentale importanza, ciò se si vuole andare avanti fino a trovare il partner giusto: bisogna avere fiducia e non lasciarsi spiazzare dalle storie che finiscono ancor prima di cominciare. Adesso mi spiego meglio con degli esempi.

Potrebbe capitare, prima di trovare il partner giusto, che si conviva, si sia fidanzati, sposati, con una persona che tradisce. In alcuni casi potrebbe capitare un partner che sia indeciso e salti da una relazione all'altra, tenendoci come ruota di scorta. Spesso, infine, può succedere di trovare un partner che non si decida a troncare la relazione precedente e sia indeciso, ponendo in essere una sorta di poligamia.

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Sicuramente molti di voi hanno avuto modo di vivere questi tipi di esperienze loro malgrado, esperienze che, per inteso, lasciano il segno e causano, se non elaborate e superate correttamente, problemi a relazionarsi con gli eventuali futuri partner o portano, addirittura, ad una chiusura nei confronti dell'amore.

In questi casi estremi di partner che tradiscono, sono poligami o ci tengono come ruote di scorta, bisogna fare tesoro dell'esperienza, lasciandola, poi, andare. La fiducia nel potenziale partner, infatti, è di fondamentale importanza se si vuole costruire qualcosa di nuovo lasciandosi alle spalle, al contempo, tutte le esperienze "negative" vissute in passato.

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Vi starete chiedendo che non sempre è facile, in realtà quasi mai lo è, continuare ad avere fiducia dopo una o più delusioni, ciò è normale pensarlo. Tuttavia, bisogna rimanere aperti, vivere la relazione lasciandosi il passato alle spalle. Solo così, infatti, ci sarà la possibilità di piantare i semi ed aspettare che germogli, finalmente, la pianta dell'amore.

Ovvio, con ciò non voglio dire di buttarsi senza rimanere coscienti dei comportamenti del partner, assolutamente no, sarebbe da masochisti. Anche se si da fiducia e si investe nella nuova relazione bisogna, tuttavia, tenere gli occhi aperti e capire se qualcosa non va, diversamente le esperienze passate non ci saranno servite da lezione per diventare più saggi ed attenti.

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Alla luce di quanto detto, investiamo nell'amore, diamo fiducia all'ennesimo partner, lasciamo alla porta mente e paura, affidiamoci al cuore, fluiamo con la Vita. Se poi invece di amore si rivela un calesse, possiamo sempre farci un giro gratis! 

Vincenzo Bilotta


lunedì 12 dicembre 2022

Belli fuori e marci dentro

La nostra è la società dell'apparire. Domina la scena chi ha il SUV più grande, l'orologio con più pietre preziose, lo smartphone con più grafica e memoria. Si vestono abiti firmati, scarpe lucide, ci si sottopone a lampade solari, tagli all'ultima moda, il tutto da esibire il sabato sera in giro per i locali. Ah... Quasi dimenticavo! Si sbiancano i denti, ci si sottopone a depilazione definitiva e si ostenta un sapere superiore alla cosiddetta "massa".

Con tutte queste pratiche da esibire nei vari pub-circhi equestri sparsi per la città si fa bella figura con le altre scimmiette ammaestrate, questo è sicuro. Un grossa percentuale del popolino ama le belle auto, i vestiti alla moda, le belle frasi di convenienza, quindi è tutto ok.

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Ma... C'è un ma... Dietro tutto questo apparire, essere belli alla luce del sole, all'avere questo e quell'altro, al far parte della bella società dell'ostentare ciò che si ha, pochi, quasi nessuno, riescono ad ESSERE e a fregarsene del SUV potente o del culo rifatto.

Il sistema, la società occidentale stessa, ci hanno educato, cresciuto, impresso quasi fosse un marchio a fuoco, che se vogliamo essere stimati, amati e rispettati, dobbiamo apparire, mostrare, dimostrare agli altri ciò che abbiamo, sappiamo, conosciamo.

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Bisogna essere laureati, con l'auto di marca, il posto in banca, per potersi ritagliare uno spazio di attenzione nei locali alla moda dove altri cultori dell'apparire si riuniscono il sabato, quasi fossero gli organizzatori di una fiera dell'ostentazione...

Ma, sapete, dietro tutto questo essere belli fuori, molte persone nascondono il marciume, la spazzatura che portano dentro, come se un orologio d'oro tempestato di brillanti bastasse a nascondere la loro infelicità e mancata realizzazione spirituale.

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Viviamo nella società dell'apparire, dove l'essere sembra non contare nulla, quasi fosse un optional e pure costoso. Ma la spazzatura dentro resta, questo è certo, che tu abbia un attico a New York o ti faccia una crociera intorno al mondo all'anno.

In occidente, in questo momento storico molto particolare, è diventata di vitale importanza la pratica della meditazione. Un popolo che ostenta lo fa solo per compensare ciò che non riesce ad essere. Ma il vuoto interiore non lo riempirà, di certo, l'ultimo modello di auto con le sue centinaia di cavalli, o le scarpe da 700 euro.

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ESSERE rappresenta un atto di coraggio, specie in un mondo in cui, se non si possiede, non si è tenuti in considerazione. Per cominciare ad essere, occorre, dapprima, accorgersi di aver puntato tutto, fino a quel momento, sull'apparire, sull'avere, sul voler a tutti i costi dimostrare di essere belli, famosi, importanti.

Dopo essersi accorti di aver dato, sprecandola, energia all'apparenza, solo in quel momento si potrà cominciare a lavorare su di sé, a guardarsi dentro per cominciare a ripulirsi dal marciume emozionale stratificato attraverso anni di programmazione scolastica, familiare, sportiva, sociale. Solo liberandosi interiormente e, in un secondo tempo, centrandosi su di sé, si potrà essere, finalmente, liberi, potenti e VERI.

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Chi ha imparato ad essere non avrà paura se non mostrerà il SUV ultimo tipo o non andrà in locali alla moda, perché per questa persona, centrata, umile e potente, ciò che conterà davvero sarà mostrare agli altri la propria leggerezza, pulizia interiore e sicurezza derivanti dall'aver riscoperto la propria creatività, indipendenza da fattori esterni e l'essere VERO, al di là di ogni lampada solare, abito firmato o locale alla moda frequentato. Lascerà tutto il resto, il mero apparire e giudicare dall'aspetto, alle masse addormentate.

Vincenzo Bilotta

lunedì 28 novembre 2022

Oggi è un nuovo giorno

Oggi è un nuovo giorno, ve ne siete accorti? O siete rimasti fermi al giorno precedente, con le impressioni ancora vive che ha lasciato in voi e che vi portate ancora inutilmente appresso? Ogni giorno è un giorno diverso dal precedente, a patto che si sia in grado di lasciarsi alle spalle il giorno precedente con tutti i suoi accadimenti relativi.

Diversamente sarà un copia/incolla del giorno precedente e non lascerà spazio al nuovo, alla Vita nel suo naturale, costante fluire. Accorgersi del nuovo giorno significa onorarlo, lasciarlo essere assieme a tutte le novità di cui è naturalmente portatore, godendone appieno e rimanendo a viverlo in piena presenza mentale, senza pensare a ieri, né a domani, semplicemente dimorando nell'adesso, QUI E ORA, lasciandolo essere.

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Quando ci accorgiamo del nuovo giorno e lo lasciamo essere, non solo diamo spazio al nuovo e accogliamo la Vita nel suo naturale fluire, ma alleggeriamo questo giorno dal peso del giorno precedente e cominciamo a vivere nel QUI E ORA. In pratica torniamo in Vita, riemergiamo dal sepolcro dei ricordi chiudendo, in questo modo, con ciò che è stato.

Quando onoriamo il nuovo giorno, quando viviamo nel QUI E ORA, liberandoci dal giorno precedente, ci permettiamo di diventare una persona nuova, viva, libera dai pesi costituiti dai ricordi del passato. Vivere il nuovo giorno significa voltare pagina nel libro della Vita, facendo spazio al nuovo, lasciando emergere in noi la creatività, una nuova e limpida consapevolezza.

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Vivere il nuovo giorno ci permette di ricominciare tutto daccapo, con una rinnovata consapevolezza, alla ricerca di nuovi stimoli, fluendo con la Vita e con il suo continuo, naturale, a volte impetuoso, divenire.

Ogni giorno è un nuovo giorno, riconosciamolo perché, così facendo, anche noi diventiamo persone nuove, senza più i pesi derivanti dai sensi di colpa che ci legano ancora al passato o le incertezze che creano in noi ansia riguardo al futuro e a quello che potrebbe succedere.

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Liberiamoci dal tempo, dai ricordi, usciamo dalla mente con le sue trappole, al secolo pensieri, solo così saremo liberi di ascendere fino a cieli della consapevolezza che farà di noi esseri creativi, liberi, divini, potenti in quanto figli di Dio, creati a Sua immagine e somiglianza allo scopo di realizzare i progetti per i quali la nostra anima ha deciso di incarnarsi e sperimentare questa esistenza materiale.

Ogni giorno è un nuovo giorno, trasformiamo il passato in saggezza; ogni giorno è un nuovo giorno, lasciamoci alle spalle tutto ciò che abbiamo vissuto ieri e che non ci serve più oggi; noi siamo vivi, QUI, ORA, onoriamo l'ADESSO e, con esso, la Vita con i suoi doni che saprà farci se rimarremo presenti al miracolo della presenza mentale. Buona Vita a tutti!

Vincenzo Bilotta

lunedì 14 novembre 2022

Smettila di resistere alla Vita

La maggior parte delle persone non la vive, la Vita, ci lotta contro, opponendo una resistenza costante, logorante che, giorno dopo giorno, comporterà un dispendio inutile quanto esagerato di energie. Il fatto è che nessuno ci educa a vivere, ad essere felici, a riconoscere il bello sia dentro che fuori di noi. La nostra è un'educazione che si avvicina più ad un corso di sopravvivenza che non ad una preparazione alla Vita.

C'insegnano che la Vita è una "giungla", un "inferno", una "lotta continua", "sacrificio", "dolore", "dispiacere" e chi più ne ha, più ne metta, ciascuno col suo bel bagaglio zavorrante ricevuto, durante il processo di edu-programmazione, a casa, a scuola, nei luoghi di ritrovo, nelle palestre, ovunque.

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Nessuno c'insegna a fluire con la Vita, a realizzare, una volta entrati nel flusso, noi stessi, le nostre passioni, i nostri obiettivi. Se vi state chiedendo il perché, vi rispondo subito dicendovi che nemmeno loro, ossia le persone che si sono occupate della nostra edu-programmazione, sapevano come viverla, la Vita.

Tutte le persone vivono, in condizioni "normali" in modalità sopravvivenza. Da ciò si capisce bene come questo modus vivendi comporti, in primis, un dispendio sovrumano di energie che potrebbero essere, invece, utilizzate per sviluppare i propri talenti e, in secondo luogo, continuando a sopravvivere, la persona sottopone, inevitabilmente, il suo apparato psicofisico ad uno stress eccessivo che, a lungo andare, potrebbe determinare degli squilibri energetici fino a portare la macchina biologica alla morte.

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La causa di questo dispendio energetico è riconducibile, fondamentalmente, alla resistenza che opponiamo alla Vita stessa. Sì, perché oltre a vivere in modalità sopravvivenza, continuiamo a lottare, a resistere e, non da ultimo, a non accettare ciò che è.

L'essere umano tende, infatti, a progettare e volere che le cose vadano in un certo modo, ma la Vita può mandare tutto per aria in ogni istante. Ognuno vorrebbe una relazione stabile con un unico partner per sempre, un lavoro a tempo indeterminato, nessun ostacolo al successo e alla realizzazione dei propri sogni.

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Ma la Vita, nel suo continuo fluire, spesso ci impone delle fermate, dei cambi improvvisi di programma, cambi ai quali possiamo prontamente adattarci solo dopo aver smesso di resistere alla Vita stessa per entrare nel suo naturale fluire.

L'unica via per vivere e realizzare se stessi è quella della non resistenza, dell'accettazione incondizionata di ciò che è. Com'è ovvio, accettare non significa arrendersi, semmai significa accogliere il momento, onorandolo, con quello che offre, questo in un primo tempo. In seguito, dopo essersi arresi a ciò che è, si potrà sempre cambiare lo stato delle cose, se ciò risulta possibile.

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Faccio alcuni esempi: se il partner tradisce, invece di lottare contro o abbandonarsi alla disperazione, si può sempre accettare, non opporre resistenza. Ma ciò non significa che si deve rimanere con il partner, si può sempre cambiarlo o, comunque, lasciarlo.

Lo stesso vale per molti altri casi, sia nel lavoro che nella Vita sociale. Se un lavoro non ci piace, invece di lamentarci opponendo, in questo modo, una resistenza superflua, possiamo accettarlo e continuare quel tipo di lavoro fino a quando non troveremo di meglio; se un amico ci tradisce, invece di serbare rancore, desiderio di vendetta o lamentarci, possiamo perdonarlo e lasciarlo andare.

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Quando, infine, le cose non si possono cambiare, possiamo praticare l'arte dell'abbandonarci all'ADESSO. Questo è consigliabile quando una persona cara muore, in questo caso, infatti, non possiamo certamente cambiare le condizioni esterne, tuttavia possiamo sempre cambiare il nostro stato emotivo interiore, sentendo se c'è qualche forma di resistenza e se, dopo aver ascoltato il nostro corpo, la incontriamo, dobbiamo praticare l'abbandono, mollare la presa.

In questo modo, in tutti i casi elencati, smetteremo di consumare energia vitale per il nostro sistema psicofisico, manterremo il suo naturale equilibrio omeostatico e svilupperemo, al contempo, una condizione di resilienza nei confronti della Vita, imparando, come ha scritto il Mahatma Gandhi, a ballare sotto la pioggia invece di aspettare che cessi la tempesta...

Vincenzo Bilotta


lunedì 31 ottobre 2022

Diventare dei maghi fino a trasformare la propria Vita

Ogni pensiero, parola, azione è magia, che ne siamo coscienti o meno, poco importa. Certo, il fatto di non essere coscienti della propria capacità di creare, attraverso i nostri pensieri, parole e, di conseguenza, azioni, ciò che sta intorno a noi, c'impedirà di vivere la realtà dei nostri sogni.

Molti di noi utilizzano parole, che prima hanno pensato, depotenzianti. Questo, oltre ad aumentare il pessimismo e l'inazione nella persona che le pronuncia, impediscono, di sicuro, il miglioramento della sua Vita, impedendogli di realizzare al meglio i progetti che gli stanno più a cuore.

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Il fatto che una persona non sia cosciente di creare la propria realtà attraverso i pensieri, le parole e le azioni, non le impedisce di essere lo stesso un mago ma, in questo caso, sarà, come la maggior parte delle persone che si vedono in giro, un mago nero, ossia un mago che utilizzerà la magia per creare danni, a sé e a chi gli sta intorno.

Ma come si può diventare maghi bianchi, ossia maghi che conoscono, sono coscienti, del potere insito nei pensieri, nelle parole e nelle azioni, fino ad utilizzarli a proprio vantaggio smettendo, così facendo, di autosabotarsi?

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Innanzitutto bisognerà cominciare ad osservare i pensieri ricorrenti, smettendo di dare energia a quelli che, con la loro carica negativa, sabotano le nostre relazioni sociali, sentimentali, lavorative e, non da ultima, la nostra Vita interiore. Il fatto stesso di essere divenuti coscienti di questi pensieri negativi ci consentirà, col tempo e il lavoro su di sé, di poterli annullare sul nascere, sostituendoli con pensieri costruttivi, potenzianti, motivanti, che ci aiuteranno, con meno fatica, a realizzare i nostri obiettivi nel mondo a noi esterno.

Ma oltre ai pensieri, non dobbiamo dimenticarci delle parole che pronunciamo abitualmente, nello specifico dovremmo fare attenzione, prendere coscienza, di tutte quelle parole che potrebbero depotenziarci nel nostro lavoro, nelle nostre capacità relazionali, nella nostra Vita in generale. Per far ciò, possiamo decidere di cominciare a prestare attenzione alle parole che più di frequente pronunciamo e a come ci fanno sentire dopo che le abbiamo pronunciate.

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Quando troveremo delle parole che ci fanno pensare a cose negative, causando in noi ansia e mettendoci, di conseguenza, sotto stress, possiamo decidere di non pronunciarle, sostituendole con altre potenzianti, in grado di risvegliare in noi gioia, speranza, felicità, amore incondizionato. ma vediamo come fare in concreto.

Se, dopo esserci ascoltati mentre pronunciamo, mentalmente o nel nostro dialogo con gli altri, parole come "male", "sfortuna", "fatica", possiamo decidere di sostituirle con le parole "bene", "fortuna", "energia elevata". Il solo sostituire questi vocaboli ci farà sentire meglio già da subito e, di conseguenza, cambierà il nostro approccio alla realtà perché la realtà stessa cambierà grazie alla magia delle parole!

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Tutto è connesso! Un ultimo tassello del mosaico per completare il quadro che ci permetterà di diventare dei maghi bianchi in grado di trasformare le nostre Vite, è costituito dall'azione. L'agire è importante. L'agire per il nostro bene, cambia la nostra Vita in meglio.

I pensieri ci portano a parlare di ciò che pensiamo, le parole ci portano ad agire in base a ciò che diciamo, a meno che non ci sia, come spesso succede, un blocco che c'impedisce di agire per realizzare, ad esempio, un nostro progetto.

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Cosa fare in questo caso? Innanzitutto bisogna riconoscere ed ACCETTARE il blocco che non ci permette di portare a compimento quella determinata azione. Questo blocco potrà derivare da paura, ansia, inesperienza, poco importa, quel che più importa è prenderne coscienza per poi fare un passo al di fuori del blocco.

Se, per esempio, si ha paura di presentare un curriculum presso una ditta dove si cerca lavoro, bisognerà dapprima ACCETTARE il fatto di avere paura di non essere selezionati o, in alcuni casi, di essere selezionati e non sentirsi all'altezza del lavoro da svolgere. Il passo successivo sarà, chiaramente, quello di presentare il curriculum, lasciando che le cose vadano come devono andare, radicandosi nel QUI E ORA e smettendo di pensare in negativo o di ripetere parole depotenzianti.

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Questo significa diventare maghi bianchi e trasformare la realtà a noi esterna dopo aver ripulito il nostro modo di pensare, parlare, agire dalla "spazzatura emotiva" che c'impediva di vivere la Vita dei nostri sogni tenendoci relegati in un limbo fatto di indecisioni, paure e autosabotaggi.

Vincenzo Bilotta

lunedì 17 ottobre 2022

Il mondo sei tu

Molte persone hanno un'idea astratta del mondo. Esse vedono il mondo come una sfera, vista dalla luna, dove convivono diverse specie minerali, animali, vegetali e, per finire, la specie umana. Fatto strano è che la specie umana è l'unica che, pur facendo parte del mondo, non è mai riuscita ad integrarsi ma, lungi da tutto ciò, lo ha inquinato, distrutto, spesso in maniera irreversibile.

L'essere umano è l'unica specie che caccia per il piacere di farlo ma giudica crudele un leone che uccide solo quando ha fame e solo per cibarsi. Insomma, gli umani sono una specie che non ha compreso il valore del rispetto per le altre specie oltre che per la propria e, in tutto ciò, non si è mai riuscita ad integrare attraverso la presa di coscienza che il mondo è al suo interno ed egli, in quanto abitante della terra, è connesso con tutte le altre specie contenute in questo globo chiamato pianeta terra.

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Se solo più esseri umani comprendessero che il mondo parte da loro, dal loro interno, ecco che immediatamente ciò potrebbe fare la differenza. Nessuno, infatti, farebbe del male ad altri esseri umani e, in generale, ad altre specie viventi, se riuscisse a vivere in pace, armonia ed equilibrio con se stesso.

Ma tutto questo sembra essere un'utopia, specie al giorno d'oggi, in un'epoca dominata dal "tutto e subito" anche a costo di uccidere o prevaricare i nostri simili per ottenere ciò che vogliamo: sempre più ricchezze, sempre più potere, ciò attraverso la disinformazione, la paura e il mantenimento delle masse in una condizione pressoché costante di ignoranza, basti vedere chi sta al potere per capire in che condizioni miserevoli versi la razza umana attuale...

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Ma ci può essere un rimedio a tutto ciò? Certo che sì! Il rimedio sei tu che mi stai leggendo, io che scrivo e tutti gli altri esseri umani che abitano questo bel pianeta. Ognuno di noi può fare la sua parte e migliorare il mondo partendo da sé, perché il mondo siamo noi.

Noi, infatti, siamo come tante cellule e il mondo è come il corpo umano. Se le cellule sono sane, il corpo sarà sano, diversamente nascerà quello stato di squilibrio psicofisico chiamato dalla medicina allopatica "malattia".

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Se tutto parte da noi, se il mondo, come abbiamo visto, siamo noi, ecco che nasce una grande responsabilità per ciascuno di noi, quella di rendere questo mondo, prima della nostra morte, un posto migliore per quelli che verranno dopo di noi, ma come?

Innanzitutto occorrerà cambiare noi stessi e, di conseguenza, il mondo esterno. Impariamo ad essere più gentili, compassionevoli col prossimo, sviluppiamo le nostre potenzialità e mettiamole al servizio della comunità nella quale viviamo. In ogni caso, facciamo del nostro meglio per essere un esempio positivo da seguire per migliorare, così facendo e nel nostro piccolo, la parte di mondo nella quale viviamo.


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Insegniamo ai nostri figli, amici, familiari e a tutte le persone che vengono a contatto con noi, a fare lo stesso ma senza forzare, basta l'esempio. Lasciamo che il mondo diventi migliore curando la nostra interiorità, rispettando le altre specie, quella umana compresa, mantenendo pulito l'ambiente interiore e, di conseguenza, esteriore.

Ognuno di noi può fare la differenza, perché il mondo è una nostra proiezione e, se la proiezione non è un bel vedere, proviamo a cambiare ciò che trasmettiamo attraverso il nostro proiettore interiore, ciò fino a modificare la realtà a noi circostante per vivere ed interagire in un mondo più sano, più consapevole e propenso al perdono e ad atti di gentilezza.

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Tutto parte da un pensiero, facciamo che sia un pensiero d'amore; tutto parte da una decisione, facciamo che sia quella giusta per migliorare la nostra realtà esterna; tutto è uno, riconosciamoci negli altri e vediamo la nostra società come un ambiente dove esistono potenziali collaboratori e non rivali da combattere per raggiungere il successo. Questa è, a mio avviso, la formula vincente che, se applicata, migliorerà noi stessi e, di conseguenza, il mondo, perché il mondo siamo noi.

Vincenzo Bilotta


martedì 4 ottobre 2022

L'importanza delle cose

La nostra è una società fondata sull'illusione del mondo esterno. Il mondo esterno è creduto da molte persone reale, stabile e, proprio per questo, nasce la delusione. Questa delusione deriva dal fatto che il mondo esterno, in realtà, stabile proprio non è, ammesso che esista e non sia una proiezione della nostra mente...

Ad ogni modo, nella nostra società si tende a dare fin troppa importanza alle cose materiali, alle relazioni, alle situazioni che si vivono. Nessuno, o pochissimi, ha mai capito che l'unica cosa importante è rappresentata, in realtà, dalla Vita stessa, fin quando Dio ce ne farà dono, giorno per giorno...

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Nulla è garantito, men che meno una Vita lunga, specie in un mondo come quello attuale che è stato trasformato, per volere di alcuni pazzi al potere servi/proprietari delle big pharma, in un laboratorio sperimentale a cielo aperto. Eppure la maggior parte delle persone si lega a relazioni, auto di proprietà, situazioni, tutto nella speranza che restino stabili e possano donargli gioia imperitura. Tutto questo è semplicemente illusorio oltre che ridicolo.

Niente è per sempre, tutto è transitorio, perfino i nostri corpi. Ma, nonostante ciò, la gente si prende cura della propria auto ma si ciba di schifezze, segue i telegiornali e gli stupidi reality show ma non si occupa dello sviluppo del proprio potenziale. La nostra è una società che da importanza alle cose futili e non si cura minimamente di ciò che è realmente importante.

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Alla fin fine, quando moriremo non porteremo nulla con noi, nemmeno il nostro corpo fisico, di conseguenza, l'unica cosa che davvero conta non è fuori di noi, nei possedimenti, nelle relazioni, nell'abito firmato o nell'avere amicizie importanti. 

Quello che davvero conta, che può avere una certa importanza anche dopo la nostra Vita terrena è, sicuramente, lo sviluppo delle nostre potenzialità e il loro conseguente utilizzo al servizio della società della quale facciamo parte allo scopo di migliorarla e lasciare un segno visibile del nostro passaggio terreno, tutto il resto sono solo stupidi attaccamenti ad illusioni materiali destinati a causare, prima o poi delusione, dipendenza, sofferenza.

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Impariamo a non dare eccessiva importanza alle cose, godiamone se ne abbiamo, ma senza dipenderne. Dedichiamoci alla nostra crescita personale, allo sviluppo del nostro potenziale creativo, diventiamo persone migliori per una società migliore perché questo è quello che, in realtà, è veramente importante e, come avrete capito bene, non è materiale o esterno a noi, ma sta dentro di noi.

Il vero tesoro, infatti, risiede al nostro interno, ed è costituito da quello che noi siamo veramente oltre ogni apparenza, aspettativa, al di là di ogni definizione o paura mentali. Il nostro compito è scoprirlo ed esprimerlo al massimo, fino al giorno in cui ci sarà concesso da Dio su questa terra. Questo è veramente importante, tutto il resto sono solo idee date in pasto dall'alto alle masse per stimolarle ad uniformarsi al club dei non-pensanti.

Vincenzo Bilotta

martedì 20 settembre 2022

Guarire dal proprio passato

Chi è nel cammino di autoconoscenza sa molto bene quanto questo percorso sia impegnativo. Di certo, il lavoro su di sé non è per tutti, ciò per diversi motivi: ci vuole costanza, pazienza, amore e dedizione. Mancando una o più di queste caratteristiche, si rischia di fare dei passi... all'indietro anziché in avanti.

Permesso ciò, bisogna sempre ricordare di sviluppare una capacità di OSSERVAZIONE superiore, la cosa che ci consentirà di far luce su ciò che prima non riuscivamo/volevamo vedere, in particolare eventi riguardanti il nostro passato. Sì, sempre lui, il passato, quel passato che sembra volerci perseguitare, proprio come fa uno stalker con le sue vittime.

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La tendenza di chi si avvicina al lavoro su di sé è quella di vivere nel presente, annullando il tempo. Questo è giustissimo ma, prima di vivere nel presente, non si deve mai rinnegare il passato... Chi prova a vivere nel presente senza aver, prima, ACCETTATO e GUARITO il proprio passato, non farà altro che creare un presente e un futuro che gli faranno rivivere le esperienze che non è ancora riuscito ad integrare e sanare dentro di sé.

Molti di noi, pur facendo molti progressi a livello spirituale, fisico, mentale, pur aprendo il loro cuore alla Vita, prima o poi dovranno fare i conti con alcuni vissuti congelati risalenti ad un passato più o meno prossimo. Ma perché alcuni vissuti vengono congelati dalla nostra mente? Il motivo è semplice: perché nel momento in cui facciamo quel determinato tipo di esperienze, non siamo ancora pronti a superarle con successo, così le mettiamo da parte, in attesa che arrivino "tempi migliori", leggasi anche "strumenti per elaborarli correttamente e superarli".

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Così, dopo aver fatto un lavoro importante su di noi, costellato di meditazioni, letture, seminari, pratiche nella Vita quotidiana, all'improvviso riemerge un vissuto, direttamente dal passato, con una nitidezza che non credevamo possibile. Questo evento passato congelato, quando riemerge ci coglie alla sprovvista, magari mentre stiamo bevendo la nostra tisana rilassante o stiamo passeggiando immersi nella natura e, inevitabilmente, in un primo tempo, tenderà a spiazzarci.

Ma niente paura né, tanto meno, seghe mentali. Se un determinato ricordo recante con sé una certa carica emotiva riemerge dal passato, ricordo del quale spesso avevamo rimosso ogni particolare, ciò significa che è giunto il momento di OSSERVARLO, SANARLO e poi LASCIARLO ANDARE.

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Molti ricordi potrebbero risalire all'infanzia, all'adolescenza, poco importa. Ciò che importa è che il ricordo torna. Se il ricordo torna, non commettiamo l'errore di pensare che ci voglia tormentare dopo tanto tempo, no, sicuramente non torna per questo. Se il ricordo riemerge, se viene da noi scongelato è per un solo motivo: esso vuole essere GUARDATO, GUARITO e, infine, INTEGRATO.

Ma come fare per guarire un ricordo che ha ancora carica emotiva praticamente intatta? Ci sono diversi strumenti che si possono provare per poi scegliere ed adattarli alle proprie esigenze personali, qui ne elenco alcuni che ritengo, a mio avviso, aventi efficacia quasi istantanea: E.F.T., Logosintesi, T.A.I., S.E.T.. Questi elencati sono sistemi facenti parte della cosiddetta psicologia energetica.

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Accanto ad essi esistono altri metodi quali: costellazioni familiari, ipnosi regressiva, visualizzazioni, meditazione, reiki, omeopatia, fiori di Bach. Spetterà alla singola persona la scelta del sistema di autoguarigione a lei più idoneo, ciò dopo aver provato e sperimentato uno o più di essi nello specifico.

Quello che importa è, specie se si vuole andare in profondità, farsi guidare da un operatore qualificato, il quale può aiutare soprattutto quando emergono emozioni molto forti e non si è nelle condizioni di poterle osservare e superare senza un aiuto esterno.

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Guarire dal proprio passato è fondamentale, ciò se si vuole vivere un presente sano per poi poter creare un futuro nuovo, quello che non pensavamo potesse realizzarsi, libero da ansie, un futuro che possa essere vissuto con gli occhi dell'avventura e non più con il timore che possano ripetersi esperienze già vissute nel passato in quello che sembrava essere un circolo vizioso.

Sanare il proprio passato significa voltarsi indietro a guardarlo con gli occhi della saggezza, smettendo di sentirsi in colpa, inadeguati, integrando tutti i vissuti fino a crescere sia a livello di consapevolezza che emotivo, fino a diventare persone integre e complete perché, ricordiamolo sempre, noi siamo ciò che siamo grazie al nostro passato.

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Alla luce di quanto detto finora, risulta chiaro come non esista nessuna colpa, nessun peccato, ma soltanto amore, giustizia e saggezza, acquisite attraverso l'esperienza e interagendo con eventi che, spesso, nel momento in cui ci accadono, ci fanno soffrire ma che sono la base per la trasformazione del nostro apparato psicofisico e, se sono accaduti erano indispensabili per far maturare in noi il seme della consapevolezza che ci avrebbe rese QUI E ORA, le splendide persone che siamo diventate.

Vincenzo Bilotta


domenica 4 settembre 2022

La differenza fra l'essere soli e il sentirsi soli

Oggi voglio parlarvi di una sostanziale differenza, quella che intercorre fra l'essere soli e il sentirsi soli. È una differenza molto importante che influisce sullo stato d'animo, la qualità della Vita, dei rapporti sociali e, non da ultimo, sulla qualità della salute.

Noi nasciamo soli. Siamo soli, al buio e nel silenzio quando siamo nel grembo materno (salvo i casi in cui ci siano dei fratelli gemelli), in seguito siamo soli nella Vita. La solitudine è una condizione naturale dell'essere umano, il socializzare, il relazionarsi con gli altri è, sì, necessario, ciò nei rapporti di lavoro, nelle relazioni sentimentali o quando capita di uscire a condividere una tazza di caffè. 

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Tuttavia, rimane di fondamentale, VITALE importanza, la solitudine, quella sana, quella ricercata allo scopo di raggiungere il silenzio interiore, la centratura, quella VERA. È nel silenzio, infatti, che ci si evolve, non nel caos delle vuote parole scambiate con chi interagiamo quotidianamente. Molte persone, lungi dall'arricchirci attraverso i loro discorsi, ci riempiono la testa del caos che hanno essi stessi, e lo fanno attraverso le parole.

Ecco perché è di VITALE importanza, torno a ripeterlo, imparare a stare da soli, centrarsi. Solo così sarà possibile, poi, selezionare le persone con le quali conversare, uscire, condividere i propri modi di vedere la Vita, il tutto uscendone arricchiti e non confusi o svuotati di energie.

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Essere soli è, quindi, lo stato naturale, Divino, all'interno del quale si vivrà nella centratura, nella completezza, nel silenzio creativo attraverso l'introspezione e il riconoscimento delle proprie capacità interiori.

Molte persone, però, fanno della solitudine non un'opportunità di crescita ed evoluzione personale ma, lungi da tutto ciò, un problema. Questo avviene perché le persone, lungi dal considerare la solitudine come una condizione naturale dell'essere umano, la trasformano in un'imposizione. Così, molte persone si sentono sole.

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Quando ci si sente soli si trasforma la solitudine da stato naturale dell'essere a psicoprigione. Sì, perché in realtà non siamo MAI soli, ci crediamo soli, ma è solo frutto di fantasie mentali e modi di vedere la Vita ereditati dal processo educativo-programmatico e, in generale, dalla massa, una massa fatta di persone che hanno paura di restare una sola sera da sole a casa senza vedere nessuno, in compagnia di sé stesse e dei silenzi della propria anima.

La solitudine è essenziale se ci si vuole centrare e crescere a livello evolutivo, ma se si teme, ecco che diventa un problema, un demone da sconfiggere a tutti i costi. Dovremmo imparare ad ascoltarci, a rimanere più tempo in compagnia di noi stessi, del silenzio sacro che scaturisce dal nostro esserci allontanati dalle folli parole pronunciate dalle masse incoscienti. 

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Stando da soli saremo liberi di cominciare a selezionare le compagnie con le quali uscire e quando uscirci, senza più paura di stare un giorno a casa da soli, senza più temere l'abbandono ma, lungi da tutto ciò, entrando dentro questi sogni ad occhi aperti fino a capire che il potere di renderci infelici glielo avevamo dato noi credendoli reali.

Vincenzo Bilotta


mercoledì 24 agosto 2022

La psicoprigione

Noi nasciamo creature libere ed estremamente potenti, creative ed innamorate della Vita. Basta vedere i bambini mentre giocano. Ogni bambino ha una fantasia senza limiti, e nel gioco riesce a crearsi dei mondi immaginari dove, in pratica, può fare accadere tutto ciò che desidera in maniera istantanea. 

Se, crescendo, mantenesse intatta questa sua caratteristica che gli è naturale, potrebbe realizzare se stesso senza alcuno sforzo, ma così non è, almeno per la maggior parte delle persone.

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Ognuno di noi crescendo, infatti, dovrà fare i conti con la programmazione che riceverà a scuola. Durante l'istruzione (ammaestramento da circo) ricevuta a scuola, ci installano dei programmi contenenti tutto ciò che dobbiamo, secondo chi ha deciso per noi, imparare per poter essere considerati, una volta diplomati, "istruiti".

Una volta programmati, o edu-programmati come amo dire io, tenderemo ad identificarci con questi programmi e, di conseguenza, rimarremo vittime dei nostri automatismi, automatismi appresi durante il periodo scolastico. Questi automatismi ci renderanno simili a dei robot.

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Di conseguenza, ad ogni situazione che vivremo e ci si porrà dinanzi, tenderemo a reagire in base alla nostra edu-programmazione perdendo la possibilità di agire. Per agire, infatti, si dovrebbe essere liberi di prendere una decisione dopo aver valutato la situazione che ci si pone dinanzi, ma se si viene addestrati a pensare in un dato modo, come avviene nelle scuole di tutto il mondo, non si potrà scegliere, ciò perché si agirà in base agli schemi mentali acquisiti a scuola.

In questo modo ci costruiamo una prigione che sarà costituita dalle nostre convinzioni limitanti, dalle paure e, in generale, da tutto quello che ci hanno inculcato durante la nostra istruzione, sia fra le mura domestiche che negli ambienti scolastici, sportivi e sociali in generale. 

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Di solito si vivrà in questa prigione mentale, o psicoprigione se più vi piace, per tutta la Vita, a meno che non ci si accorga di vivere una Vita non nostra, anche se più che una Vita è un programma, una gabbia costituita da idee, modi di vivere e vedere la Vita che altri hanno preconfezionato per noi.

Ma come fare ad uscire da questa psicoprigione per poter, poi, cominciare a vivere una Vita che non sia di seconda mano? Innanzitutto occorrerà effettuare un serio lavoro su di sé basato sull'autosservazione, il solo che possa consentirci, in un primo tempo, di accorgerci di essere prigionieri di idee non nostre, idee che ci spingono a vivere e comportarci in maniera automatica, non spontanea, da persone schiave, non libere insomma.

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Dopo esserci accorti di vivere in una psicoprigione fatta di idee non nostre, se si vorrà tornare liberi ed entusiasti della Vita, proprio come quando eravamo bambini e giocavamo, occorrerà liberarsi da questi schemi di pensiero. Solo quando riusciremo a liberarci da tutte le sovrastrutture acquisite attraverso il processo educativo-programmatico potremo vivere e sperimentare la Vita in prima persona in maniera LIBERA ED INDIPENDENTE. 

Vincenzo Bilotta

lunedì 8 agosto 2022

Il vero nemico è dentro di noi

Ogni giorno, ognuno di noi sembra vivere una crociata continua contro il mondo esterno. Si litiga per le presunte continue ingiustizie subite. Basta che qualcuno ci rubi un parcheggio nel centro commerciale ed ecco che, nonostante le ore passate a meditare, la bestia repressa che alberga in noi salta fuori pronta a minacciare, insultare, picchiare.

Anche l'idea che abbiamo del mondo non ci aiuta, di certo, a migliorare la situazione. Le definizioni più comuni sul mondo lo descrivono come: marcio, non sicuro, un brutto posto, un covo di assassini, un manicomio a cielo aperto.. Queste sono solo alcune delle tante definizioni colorite che ognuno di noi, nel corso della propria Vita ha sentito dire in giro o ha, lui stesso, dato al mondo... Ma la realtà è davvero così?

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No, la realtà è ben diversa. Il mondo esterno non esiste, ciò lo ha ampiamente dimostrato la fisica quantistica. Ma cosa significa tutto ciò? Il mondo è ciò che pensiamo di lui, ma non solo. Noi abbiamo il mondo dentro e tendiamo a proiettarlo fuori. In altre parole, noi viviamo là fuori, nel mondo, ciò che sentiamo dentro a livello di emozioni.

Tutto ciò si ricollega al fenomeno dell'osservatore. In fisica quantistica è stato ampiamente dimostrato come qualsiasi esperimento possa subire delle variazioni consistenti a seconda degli stati d'animo dei soggetti che vi assistono e, quando viene ripetuto in presenza delle stesse persone, esso potrà dare risultati diversi a seconda degli stati d'animo, convinzioni, livello di coscienza posseduti dai soggetti partecipanti.

L' Arcangelo Michele abbatte i demoni del male. (Incisione su specchio di Lorenzo Ostuni)


IN PRATICA, IL MONDO SIAMO NOI. È AL NOSTRO INTERNO CHE CREIAMO LA REALTÀ CHE ANDREMO A VIVERE, IN UN SECONDO TEMPO, "LÀ FUORI".

Dopo quanto detto sopra, vi sarete fatti un'idea sul motivo per cui c'è tanta violenza nel mondo. Se la gente ha la mente immersa nel caos più totale, medita poco o per nulla, segue programmi violenti, interagisce anche fra le mura domestiche in maniera violenta con i propri familiari, come pensate che saranno le proiezioni di questi individui? Beh, se ve lo state ancora chiedendo, provate a are un'occhiata là fuori, nel mondo.

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Ogni giorno vengono uccise migliaia di persone per rapine, litigi, guerre, ma perché tutto questo? Il problema fondamentale sta nel fatto che ciascun individuo non riesce a vedere il nemico dentro di sé, diversamente lo sconfiggerebbe, ma, lungi da ciò, dopo averlo proiettato in maniera inconsapevole all'esterno, ci lotta contro.

Ecco perché, oggi più che mai, sarebbe fondamentale un lavoro introspettivo, volto all'osservazione delle proprie dinamiche mentali, cercando di respirarci dentro senza, tuttavia, farsi coinvolgere in maniera eccessiva, capendo una cosa fondamentale: NOI NON SIAMO I NOSTRI PENSIERI, NOI SIAMO COLUI IL QUALE LI OSSERVA.

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Se l'osservazione viene fatta senza giudizio, ecco che a quel punto il pensiero verrà controllato e privato della carica violenta, negativa, potenzialmente distruttiva che, diversamente e in condizioni di inconsapevolezza, sarebbe stata proiettata all'esterno con risultati disastrosi per sé stessi come per gli altri.

Noi siamo responsabili dell'ecologia della nostra mente. Mantenendo una mente chiara, pulita, libera da pensieri ossessivi, potremo realmente fare la differenza nel mondo esterno perché cominceremo a proiettare pensieri di gentilezza, centratura, equilibrio, non violenza.

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Non aspettiamo che siano gli altri a cambiare, smettiamo oggi stesso di dare la colpa agli altri e prendiamoci la responsabilità di cambiare noi per primi. Gli altri se vorranno potranno cambiare, ognuno coi propri tempi e solo quando sarà pronto. Ma, nel frattempo, proviamo a fare da esempio attraverso il nostro modo di vivere, pensare, agire, essere, perché il mondo, ricordatelo sempre, siamo noi.

Vincenzo Bilotta