lunedì 31 maggio 2021

Diventare l'osservatore

Ogni essere umano ha per cultura, educazione, abitudine, meccanicità, sviluppato la tendenza ad immedesimarsi nelle situazioni che vive nella quotidianità. Ma prima ancora di immedesimarsi nelle situazioni vissute, la persona tende ad immedesimarsi con i propri pensieri riguardo a quello che gli sta accadendo.

La verità è che nessuno ci ha mai dato una scelta alternativa rispetto al non entrare dentro una situazione fino a diventare la situazione stessa rimanendone, di conseguenza, prigionieri. E' come un incantesimo e il copione sembrerebbe tendere a ripetersi all'infinito: un pensiero s'insinua nei cieli puri della nostra consapevolezza, aggancia la nostra attenzione e noi non solo ci crediamo, ma cominciamo a focalizzare tutta la nostra attenzione su di esso alimentandolo fino a farlo crescere e dargli tutto il nostro potere.

(Immagine presa dal web)

Sebbene nessuno ci abbia insegnato un'alternativa rispetto al credere e finire dentro gli ingranaggi del pensiero, situazione, stato di dipendenza da qualcosa di esterno, in verità la soluzione c'è, essa consiste nel distacco completo dalla situazione, pensiero, stato di dipendenza, fino a diventare come degli spettatori all'interno di un cinema mentre guardano un film: essi sanno che, pur essendo molto realistico e coinvolgendoli a livello emotivo, non è reale, è solo FINZIONE e possono smettere di vederlo quando vogliono.

Ovviamente, diventare gli osservatori imparziali sia dei processi di pensiero che degli accadimenti esterni frutto delle nostre proiezioni interne, non sarà una passeggiata, ma ciò non significa che non si potrà riuscire in questa impresa che rappresenterà la liberazione definitiva dall'illusione di essere i propri pensieri, identificazioni, dipendenze che si stanno vivendo all'interno della propria situazione di Vita.

(Immagine presa dal web)

Il lavoro su di sé, come ho ribadito diverse volte nei miei libri, post, aforismi e in altri articoli in questo blog, è fondamentale nonché necessario, ciò se si vuole davvero voltare pagina e diventare delle persone libere da schemi mentali, indipendenti dalla propria situazione di Vita e dalla storia che ci continuiamo a raccontare da quando ci hanno edu-programmato.

La meditazione è uno degli aspetti fondamentali di quello che sarà il processo trasformativo che ci porterà a diventare l'osservatore della propria situazione di Vita, della storia che ci raccontiamo, delle cose che ci accadono e sulle quali sembriamo non avere nessuna capacità di controllo apparente. 

(Immagine presa dal web)

La meditazione ci consente di iniziare ad esplorare la nostra interiorità in maniera imparziale, respirando dentro le nostre paure più inconsce e prendendo coscienza che esse non sono altro che energia congelata che vuole solo essere liberata attraverso la presa di coscienza della loro esistenza attraverso l'osservazione senza giudizio.

NOI SIAMO LA PRESENZA SENZA GIUDIZIO CHE ESISTE OLTRE OGNI PENSIERO, PREOCCUPAZIONE, ANSIA O SENSO DI COLPA. NOI SIAMO OLTRE LA NOSTRA SITUAZIONE DI VITA, LE NOSTRE DIPENDENZE, LE AMICIZIE GIUSTE O SBAGLIATE, OLTRE OGNI BENE E MALE, OLTRE OGNI SENSO DI COLPA. NOI SIAMO E BASTA.

(Immagine presa dal web)

Divenire consapevoli del fatto che noi siamo oltre ciò che pensiamo, oltre ciò che ci accade, oltre tutto quello che viviamo, oltre ogni delusione o successo, ci renderà liberi da ogni risultato, aspettativa, delusione, facendo diventare il dolore il nostro più grande Maestro e la Vita la nostra più grande opportunità per andare oltre le apparenze fino a realizzare noi stessi oltre ogni storia alla quale fino a quel momento avevamo creduto.

Vincenzo Bilotta


domenica 16 maggio 2021

Cosa significa perdonare?

Del perdono ho già parlato in altri miei articoli già pubblicati in questo mio blog (puoi trovarli digitando la parola perdono/perdonare sul motore di ricerca del blog). Oggi vorrei concentrarmi sul significato del perdono, in particolare voglio fare una distinzione fra cosa non significa perdonare e cosa, invece, significa.

Perdonare non significa sottomettersi a chi, in maniera più o meno inconsapevole, ci ha fatto del male attraverso una sua azione, non azione, sarebbe sbagliato anche solo pensarlo. Questo fraintendimento porta molte persone ad avere molte difficoltà ad applicare la cura del perdono, ciò perché avvertono un senso di sconfitta legato proprio alla falsa convinzione che, dal momento in cui si perdona, in automatico ci si sottometta al proprio persecutore.

(Immagine presa dal web)

Perdonare non significa nemmeno essere degli stupidi o rendersi vittime di chi, a causa della sua inconsapevolezza, ci ha fatto del male. A volte si tende a giudicare il perdono come un atto dettato da mera stupidità e, proprio per questo, l'idea stessa del perdono ancora in embrione, viene subito abbandonata.

Perdonare non significa tornare ad essere amici, ad uscire, viaggiare, sposarsi con la persona oggetto del nostro perdono, ciò perché la persona oggetto del perdono potrebbe tornare a farci del male per mezzo delle sue azioni/omissioni o perché, semplicemente, noi possiamo trovare il nostro equilibrio solo stando lontani da questa persona, in quanto magari il suo livello vibratorio è troppo basso se paragonato alla nostra energia.

(Immagine presa dal web)

Dopo aver esaminato cosa non significa perdonare, adesso prendiamo in considerazione cosa, invece, significhi l'atto del perdono e le conseguenze che ne derivano. 

Perdonare significa liberarsi, a livello sia fisico che, soprattutto, energetico, dalla persona con la quale, se non avessimo praticato la cura del perdono, saremmo rimasti legati da diversi tipi di energia quali odio, desiderio di vendetta, paura, rabbia, tristezza e, ovviamente, disturbi psicosomatici.

(Immagine presa dal web)

Di conseguenza, perdonando guariamo la nostra Vita anche dalle malattie derivanti dai sentimenti negativi che nutrivamo nei confronti della persona che ci ha fatto del male e che ci avvelenavano sia la mente che, di conseguenza, il corpo fisico.

Perdonare significa aumentare il livello vibratorio fino a guarire prima a livello energetico e, di conseguenza, a livello fisico. Quando si perdona, infatti, si diventa più consapevoli, più saggi e più pieni d'amore nei confronti di se stessi e, di conseguenza, nei confronti del prossimo. Chi perdona, infatti, sviluppa una compassione tale da fargli accogliere senza giudizio i motivi per cui la persona oggetto del perdono ha agito/evitato di agire procurandoci, in conseguenza del suo comportamento, sofferenza.

(Immagine presa dal web)

Perdonare significa AMARE SE STESSI, non per forza chi ci ha fatto del male col suo comportamento inconsapevole. Se la persona oggetto del nostro perdono è, in alcuni casi estremi, un assassino e ha tentato di ucciderci o arrecare danno ai nostri familiari, sarà normale, tranne in casi straordinari, non nutrire alcun sentimento d'amore nei suoi confronti.

Ciò che importa è, in questi casi estremi, l'amore verso se stessi e la propria integrità psicofisica. Perdonando, infatti, il nostro sistema psicofisico smette di vivere ed agire sotto stress e ha, finalmente, modo di riparare i danni subiti dalle tensioni che duravano a volte da anni, ciò permetterà un'autoguarigione completa e profonda in maniera definitiva.

(Immagine presa dal web)

Perdoniamo di più, giudichiamo di meno. Perdoniamo per prima cosa noi stessi, per esserci sentiti in colpa se ci siamo lasciati trattare male, se abbiamo odiato, se ci siamo sentiti inadeguati, perdoniamoci fino a liberarci ed essere in pace con la Vita, questo è il punto di partenza. 

Dopo esserci perdonati ed aver fatto la pace con noi stessi e la Vita, solo allora potremo perdonare l'altro in quanto nostro riflesso e facente parte, proprio come noi, dell'UNO. Ricordiamoci sempre che ogni evento o persona che entrano in interazione con noi fino a far parte della nostra Vita hanno, come fine ultimo, quello di farci evolvere in consapevolezza, amore ed unità, altrimenti questa interazione non avverrebbe. 

Vincenzo Bilotta


domenica 2 maggio 2021

Non devi salvare il mondo

"Non puoi salvare il mondo, ma puoi fare la tua parte migliorando te stesso". (Vincenzo Bilotta)

Chi si trova nel cammino sa bene quanto entusiasmo si provi quando si fanno nuove acquisizioni, acquisizioni che ci aiutano, da subito, a migliorare la nostra Vita, sia a livello lavorativo che sentimentale e, in generale, a livello relazionale.

(Immagine presa dal web)

Molti di noi, sull'onda di questo entusiasmo cominciano, però, a voler rendere partecipi gli altri delle proprie acquisizioni, ciò allo scopo di aiutare chi si conosce a migliorare la propria Vita. Questo, di per se stesso, non è assolutamente sbagliato, tuttavia bisogna fare delle distinzioni per evitare di diventare dei salvatori del mondo, salvatori che, spesso, nessuno ha richiesto, almeno non le persone che, a volte, tentiamo di "convertire" a tutti i costi.

Acquisire nuove conoscenze nel campo dello sviluppo personale e nell'ambito di un cammino di autoconoscenza spirituale, è molto bello e provoca entusiasmo in chi vede aprirsi porte che, fino a poco tempo prima, non pensava nemmeno esistessero o, semplicemente, non aveva ancora occhi per vedere. Tuttavia, accade spesso che, sulla scia di questo entusiasmo ci si improvvisi novelli profeti, gente che conosce più degli altri e che, possedendo queste presunte "verità", pensa di sapere come aiutare gli altri e lo fa anche quando gli altri il suo aiuto non lo hanno mai richiesto.

(Immagine presa dal web)

Quando si raggiunge un nuovo livello di coscienza/conoscenza, è normale che ciò susciti in noi entusiasmo e voglia di condividere questo stato di leggerezza, questo nuovo punto di vista dal quale poter vedere le cose in una prospettiva diversa, una prospettiva che ci permetta di concentrarci di meno sui "problemi" e di più sulle soluzioni.

Quello che non dovrebbe accadere, invece, è il voler cambiare a tutti i costi le persone che ci stanno vicino, a cominciare dai familiari, partner, amici, per finire coi colleghi di lavoro o semplici conoscenti coi quali, magari, si finisce col parlare di argomenti inerenti al lavoro su di sé.

(Immagine presa dal web)

Come ho scritto nel titolo di questo mio articolo non devi salvare il mondo... Nessuno te lo chiede e, spesso, se solo ti provi a farlo, riceverai brutte risposte, sarai schernito, giudicato una persona "strana", allontanato e, in tutto questo, sprecherai una marea di energie per portare avanti questo tuo progetto utopistico quanto inutile di salvatore dell'umanità.

Ora, a parte il fatto che a gran parte dell'umanità non gliene frega un cavolo di sviluppo spirituale in quanto ama fare altro, com'è giusto che sia in base al libero arbitrio del quale ognuno di noi dispone, quello che possiamo fare noi per salvare il mondo è trasformare noi stessi perché il mondo siamo noi.

(Immagine presa dal web)

Tutta la realtà esterna, sia essa sociale, scientifica, culturale, politica, religiosa, economica o morale, sono il frutto del sentire interiore di ognuno di noi. Ogni persona crea il mondo, ciò in base a quello che porta dentro, ecco spiegato perché il mondo è dominato dalle guerre, da finte democrazie, da gente che usa il potere per sfruttare lo stato di sonno delle masse per ricavarne un lucro attraverso la manipolazione mediatica e il terrore indotto.

Non è bello vedere rifiuti per strada, c'è gente che sporca, continua a maltrattare altri esseri viventi, a mangiare carne nei fast food e bere bibite gassate e piene di coloranti, ma anche questo fa parte del gioco degli opposti. Nonostante ciò, chi non capisce questo rischia di ergersi a paladino della lamentela. Basta visitare le bacheche dei social per vedere gente che si lamenta di tutto, è in continua lotta per cambiare il mondo ma che non ha mai fatto nulla per cambiare sé stessa.

(Immagine presa dal web)

Eppure il cambiamento, quello decisivo, parte sempre da noi, mai dagli altri. Noi, lo ripeto, non dobbiamo salvare il mondo, quello che possiamo fare è salvare noi stessi attraverso il lavoro su di noi e la pratica nella Vita reale. Per gli altri possiamo fare da esempio e, in alcuni casi, possiamo aiutare SOLO chi ce lo chiede ed è pronto ad affrontare il cambiamento derivante dal lavoro che deciderà di svolgere su di sé.

Da oggi, quindi, smettiamo di lottare contro il mondo, di sforzarci a voler cambiare le cose, le persone, non serve, ci fa solo sprecare energie preziose per il mantenimento della nostra salute e vitalità. Impariamo a lavorare su di noi, a condividere informazioni utili tramite i nostri canali nei social ma senza forzare gli altri a leggerli e, soprattutto, senza arrabbiarci o frustrarci se gli altri non capiscono o sono troppo addormentati per prenderne coscienza.

(Immagine presa dal web)

Noi possiamo essere d'esempio portando fuori il nostro cambiamento interiore, ma senza forzare nessuno, senza sprecare tempo, energie e conoscenze per chi ancora non è pronto e forse non lo sarà mai. Nessuno ci ha mai chiesto di salvare il mondo, di immolarci per il bene degli altri. Semplicemente, noi dobbiamo limitarci ad ESSERE E FLUIRE CON LA VITA, SENZA SFORZO BRILLARE COME STELLE NEL CIELO DELLA CONSAPEVOLEZZA. Poi, chi sarà pronto e lo VORRÀ, potrà decidere di seguire il nostro esempio.

Vincenzo Bilotta