domenica 26 giugno 2022

Sostituiamo la fede alla paura

 "Abbi fede, non paura, perché tu sei universo, non mente!" (Vincenzo Bilotta)

Quando nasciamo e fino ad una certa età, noi siamo creature potenti, amorevoli, piene di progetti, in pratica siamo bambini. Poi comincia il processo di addomesticamento, o educazione-programmatica che dir si voglia, e da lì in poi cominciamo ad essere inquadrati per servire il sistema, lavorare come schiavi e consumare tutti i prodotti che i mass media ci propinano ogni giorno come indispensabili, ciò se vogliamo essere alla moda e non essere considerati "strani".

(Immagine presa dal web)


Così, dalla fede in Dio e nella Vita, tipica dei bambini, si passerà alla paura del domani e di ciò che potrà accadere ad ogni istante, tipica, invece, degli adulti addomesticati e già da tempo ammuffiti nelle loro routine incolore da cavie da laboratorio che fanno girare, senza scopo personale, una ruota che alimenta chi li manipola dall'alto.

Da bambini vivevamo nella fede. Vivere nella fede significa lasciare accadere la Vita, smettere di controllarla. In pratica ci si apre ad Essa e ciò ci permette l'accesso a qualcosa di più grande, ci espande fino a farci diventare TUTTO con l'universo.

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Chi vive nella fede è libero da paura, segue e realizza il proprio scopo, quello per il quale la sua anima si è incarnata in un corpo fisico, e vive NELLA GRATITUDINE E NELL'AMORE incondizionati perché ha riscoperto Dio al suo fianco.

Chi vive nella paura vive nella mente con le sue fantasie, non segue i propri scopi e, così facendo, tende a stagnare, a vivere nella zona di comfort, non ha fiducia nella Vita, non si affida ad Essa, anzi, lungi da tutto questo, la teme.

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In questo modo, vivendo nella paura anziché nella fede, ci si congela in attesa del momento giusto che non arriverà mai. Chi vive nella zona di comfort, infatti, si priva di quello spirito di avventura, il solo che può spingerlo a lasciarsi andare alle nuove opportunità che gli si presenteranno, però, solo se avrà il coraggio di uscire dalla zona di comfort.

Sarà solo passando dalla paura alla fede che potremo vivere felici e realizzare la missione della nostra anima, perché usciremo dalla mente che ci autosabota, fino ad espanderci nell'universo, il quale collaborerà con noi per farci raggiungere i nostri obiettivi fino a farci realizzare cose che, quando vivevamo nella mente, credevamo "impossibili".

Vincenzo Bilotta

lunedì 13 giugno 2022

Vivere nel ricordo costante di sé

La quotidianità rappresenta, per molti di noi, un buco nero che, oltre a risucchiarci quantitativi incredibili di energia, ci fa vivere per quasi tutto il tempo all'interno dei nostri pensieri. Così ci ritroviamo a sognare di essere presenti mentre, invece, stiamo dormendo in piedi, persi nella meccanicità dei nostri gesti quotidiani.

Ci si perde, nella Vita di tutti i giorni, in routine fatte di lavoro, sport, relazioni sociali e sentimentali, tutte intrattenute in maniera automatica... In pratica ci si dimentica, ciò avviene quasi sempre, di sé e del fatto di ESSERE VIVI.

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Così si dimenticano gli appuntamenti, si rimane chiusi fuori di casa, si sbaglia uscita in tangenziale... Questi sono solo alcuni esempi in cui, lungi dall'essere SVEGLI E ATTIVI, ci si dimentica di sé. Ma come si fa a ricordarsi di sé senza, per questo, perdere tanto tempo in esercizi per il risveglio mirando, piuttosto, all'efficacia dei metodi utilizzati?

Ricordarsi di sé è possibile, non facile certamente, ma mi sembra inutile descrivere a parole qualcosa che va sperimentato, altrimenti si rischierebbe di rimanere a livelli puramente teorici. In realtà esistono numerosi esercizi per il ricordo di sé, esercizi che possono consentirci, se fatti nel tempo con COSTANZA E VOLONTÀ, di ricordarci, quanto meno, che la maggior parte del tempo non siamo quasi mai presenti a noi stessi e alle azioni che svolgiamo...

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Uno di questi esercizi, il più potente in assoluto, è quello basato sulla respirazione. Si può decidere, in maniera COSCIENTE, di respirare in alcuni momenti della giornata portando, al contempo, L'ATTENZIONE IN MANIERA TOTALE E FOCALIZZATA su ciò che si sta facendo. 

Ecco che ci si potrà accorgere di stare discutendo, di camminare, di lavorare o di giocare coi propri figli ma ciò avverrà in maniera TOTALE e PARTECIPE da parte nostra. Dal momento in cui dedicheremo la nostra attenzione al respiro, infatti, inviteremo la nostra mente a rallentare i suoi processi di pensiero fino a renderci COSCIENTI del momento presente.

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Concentrarsi sul respiro ci permetterà, inoltre, di osservare la nostra meccanicità nei gesti, negli intercalari, nel modo in cui pratichiamo attività sportive o ci beviamo l'aperitivo mentre siamo con gli amici. 

Quello della respirazione è un esercizio che ci consente di uscire dal tempo, dalla mente coi suoi pensieri compulsivi, fino a proiettarci nell'unico momento esistente, IL QUI E ORA, fino a farcelo vivere da SVEGLI, almeno per tutta la durata dell'esercizio.

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Alla fin fine molti di voi staranno pensando che l'accorgersi di essere addormentati senza svegliarsi in maniera definitiva non serve. Eppure il solo fatto di scoprire la propria meccanicità a intervalli nel tempo, cadenzati dagli esercizi di respirazione, sicuramente sarà un buon punto di partenza per prendere, finalmente, coscienza del fatto che si è addormentati e meccanici.

In un mondo di automi, di persone dominate dai pensieri, il solo fatto di accorgersi della propria meccanicità è già un passo fatto per uscire dalla follia collettiva. Impariamo a ricordarci di noi, del fatto che esistiamo, che non siamo il nostro lavoro, la nostra famiglia, il nostro nome, troviamoci uno o più spazi sacri all'interno delle nostre routine giornaliere per respirare, per onorare l'adesso, per sentirci vivi, almeno per ricordarci di essere qualcosa in più della nostra mente, anzi, qualcosa in meno: NOI SIAMO E BASTA. Buona pratica!

Vincenzo Bilotta