domenica 29 settembre 2019

Parlare male degli altri

"Se non potete parlare bene di una persona, non parlatene". (Rosa Falasca, madre di Giulio Andreotti)

In una società fondata sulla ricerca dell'altrui approvazione, è naturale giudicare chi, ai nostri occhi, non è perfetto. Che poi la perfezione non esista né, tantomeno, andrebbe ricercata, questo è un altro discorso. Il fatto è che, una volta inquadrati attraverso l'educazione-programmatica, entriamo a far parte del mansueto gregge delle pecorelle obbedienti. 
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Una delle regole tacite di chi fa parte del gregge sembrerebbe invogliare al giudizio, a parlare male degli altri. Di certo, ognuno di noi è fatto in maniera diversa rispetto ad ogni altro individuo, questo fa parte della personalità che ci si costruisce crescendo e facendo esperienza nella Vita di tutti i giorni attraverso le diverse interazioni con persone, situazioni lavorative, sentimentali ed eventi di vario genere.

Ogni persona andrebbe rispettata per quel che è. Ma nella nostra società, quella dei social, fondata sui "mi piace" e sul selfie perfetto degno di un divo di Hollywood, nessuno è, paradossalmente, perfetto. Si capisce bene come, in un clima di insicurezza come questo, i giovani di oggi tendano a crescere in una modalità che li porta ad apparire belli e forti per mascherare una profonda insicurezza e una mancanza di scopo nella Vita.
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E' più facile apparire, piuttosto che essere. Per essere, infatti, bisogna prima riconoscersi perfetti, così come si è, a prescindere dai "mi piace" e dall'altrui approvazione nella Vita di tutti i giorni. Ma il sistema, così com'è strutturato, non lascia spazio all'essenza, optando, piuttosto e per ovvi motivi, per l'apparenza. Dopotutto, così facendo, si riesce a vendere di più, qui entrano in gioco, come risulterà evidente, esigenze di marketing.

Per poter vendere un determinato prodotto, infatti, i pubblicitari sanno benissimo che bisogna ingenerare nei potenziali acquirenti il desiderio di possederlo. Per far questo occorre indurre le persone a sentirsi incomplete. Se non hai la berlina reclamizzata in tv, l'ultima versione del più famoso degli smartphone o non vai in vacanza a Ibiza, allora non sei alla moda, ed ecco scattare il desiderio di sentirsi parte di un gruppo per non essere considerati diversi ed essere lasciati soli.
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Insomma, la nostra è una società dove si vogliono salvare le apparenze, dove si cura di più l'abbigliamento rispetto alla conoscenza, dove tutto sembra dover essere perfetto ed impeccabile, altrimenti... Altrimenti si verrà criticati e, a nostra volta, si tenderà a criticare, a parlare male degli altri.

Chi parla male degli altri lo fa perché non accetta il prossimo così com'è, in altre parole lo vorrebbe diverso, ciò secondo i suoi personali ideali di perfezione. Poiché questo è impossibile, in quanto ogni persona vorrebbe il proprio simile perfetto secondo i propri ideali personali di perfezione, ecco che nessuno risulterà perfetto agli occhi degli altri. 
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Questo lascerà spazio alle critiche fatte alle spalle di amici, parenti, poco importa, basta che si parli male qualsiasi soggetto può essere tirato in ballo. Ma chi parla male degli altri, in realtà parla male di se stesso. In pratica proiettiamo sugli altri ciò che non ci piace, per un motivo o per un altro, di noi. Non ci sentiamo mai adeguati, spesso questi concetti ci vengono inculcati dai genitori, i quali ci vorrebbero vestiti e pettinati in una data maniera, studenti di una data facoltà e gli esempi potrebbero continuare all'infinito.

Quando nasce in noi la tendenza a parlare male degli altri, a lamentarci di determinati aspetti di una persona che frequentiamo o, spesso, nemmeno conosciamo se non in maniera superficiale, dovremmo girare questa forma di giudizio gratuito su di noi, sulle nostre Vite, ciò allo scopo di capire cosa non ci piace, in realtà, della nostra Vita.
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Dobbiamo ricordare sempre che L'ALTRO CI FA DA SPECCHIO. Basandoci su questo principio, la prossima volta che ci verrà voglia di parlare alle spalle di qualcuno o di emettere dei giudizi in sua presenza, proviamo a capire cosa, in realtà, l'altro ci sta mostrando di noi, cosa non ci soddisfa delle nostre Vite.

Chi è soddisfatto della propria Vita, infatti, pensa solo a migliorarla passo dopo passo, giorno dopo giorno, senza giudicare ciò che ne fanno gli altri delle loro, di Vite. Dopotutto le Vite degli altri, come vestono, cosa fanno, non sono affari nostri. Ma se, al contrario, continuiamo a parlare male degli altri, a giudicarli, sprecheremo tempo ed energie che potremmo dedicare, invece, alla nostra crescita e miglioramento personali.
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Smettiamo, almeno proviamo, di parlare male degli altri, siano essi governi, calciatori, attrici o il vicino di casa. Il giudizio fa parte del modo di vivere della maggior parte delle persone, lo si legge anche sulle bacheche dei social, dove tutti sono pronti a gettare fango sugli altri per darsi loro stessi un'aura di santità.

La verità è che NESSUNO DEV'ESSERE PERFETTO (se vuoi approfondire l'argomento, puoi cercare il mio articolo con lo stesso titolo), ognuno è come è, basta solo accettarlo o, se proprio non si trovano dei lati positivi da elogiarne, si può sempre tacere e lavorare su di sé per crescere ed evolvere più in fretta senza più impantanarsi in pettegolezzi degni da donnine di strada.

Vincenzo Bilotta


domenica 15 settembre 2019

Ciò che è

Nella nostra società si va sempre di fretta e si cercano dei risultati immediati, come immediato dev'essere l'appagamento in ogni settore della nostra Vita. E' la società del tutto e subito, dove chi arriva secondo non è uno che se la prende comoda vivendo il momento presente ma viene considerato, semmai, un perdente.

In questo contesto folle si è perso il senso della Vita, di ciò che realmente dovrebbe rappresentare per ognuno di noi, del suo reale significato. Si va in cerca del piacere e si fugge dal dolore, ciò è naturale, fa parte dei meccanismi di sopravvivenza del nostro apparato psicofisico.
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Ciò che non è naturale è la continua separazione degli accadimenti quotidiani, il loro continuo catalogarli, giudicarli come buoni/cattivi, necessari/non necessari. In sostanza, noi cerchiamo di dividere la Vita, creando separazione e andando contro la natura stessa delle cose, contro il continuo fluire degli accadimenti.

Ogni istante è un nuovo momento da vivere in fretta. Il tempo scorre via veloce, specie per chi è perso nei suoi pensieri e non sa cogliere l'istante. Ogni cosa va vissuta e lasciata scorrere, senza giudicarla, senza desiderare altro, altrimenti si crea una resistenza superflua, quella che, per intenderci, causa quel tipo di sofferenza del quale è pieno il mondo.
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La Vita è come è. Lasciatela essere, smettete di resisterle. Un evento non va come avreste voluto, ecco sorgere in voi una sorta di disagio psicofisico, un senso di oppressione, di calore alla testa, vi ritrovate coi battiti accelerati, il respiro corto, le mani sudate... A cosa state resistendo? Ve lo dico io: ALLA VITA E AL SUO CONTINUO FLUIRE E DIVENIRE!

CIO' CHE E', E'. RIUSCITE A VIVERLO E A LASCIARLO ESSERE? Solo così potrà fluire e portarvi un altro istante con situazioni diverse, nuove esperienze, arricchendovi e dandovi l'occasione di poter crescere ed evolvere ulteriormente.
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La Vita è UNA. Non è giusta né sbagliata, E'. Lasciatela essere! Smettete di dividerla in piacere/dolore, abbondanza/mancanza, vacanza/lavoro, amore/odio. Limitatevi a viverla e a fluire in essa. Il dolore non esiste, è solo una definizione, così come il piacere... Viveteli, sono solo stati transitori, non amplificateli, mantenendoli in Vita, continuando a pensarci.

Gli eventi passano, anche i lutti più devastanti, i fallimenti più cocenti, le relazioni più tempestose... Ma anche queste sono definizioni, e a noi non servono! VIVETE, VIVETE, VIVETE! Stop al giudizio, sì al lasciarsi andare, accettando se stessi e la Vita, così come viene.
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La Vita SA ciò che ci occorre per crescere e fare nuove esperienze... LASCIATELA FARE PER UNA VOLTA! AFFIDATEVI, VIVETE NEL LIBERO FLUSSO DEL DIVENIRE. DEL DOMANI? SARA' QUEL CHE SARA'! LIMITATEVI A VIVERE CIO' CHE E' ADESSO, SAREBBE GIA' UN BALZO QUANTICO VERSO IL RAGGIUNGIMENTO DEL VOSTRO PIENO POTENZIALE EVOLUTIVO!

Vincenzo Bilotta




domenica 1 settembre 2019

Il tesoro interiore

"La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia". (C.G. Jung)

Tutto ciò che ci serve è dentro di noi. Esso giace nascosto da qualche parte, al nostro interno, pronto a tornare in azione per regalarci la Vita che abbiamo sempre sognato ma non abbiamo mai OSATO andarci a prendere. Ognuno di noi, nessuno escluso, ha il suo tesoro interiore.

Nessuno ce lo ha mai insegnato, probabilmente questo articolo vi sembrerà visionario se paragonato al comune modo di pensare del gregge umano. E' naturale, non potrebbe essere diversamente, così vuole il sistema, dopotutto in questo modo, proiettando all'esterno l'attenzione di ciascuno di noi, continua a tenerci addormentati, facendoci aggrappare a dei falsi bisogni indotti ad arte per farci acquistare o consumare beni e servizi che diversamente, se avessimo avuto gli occhi aperti, non avremmo richiesto.
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E' quasi una corsa verso il mondo esterno, una sorta di caccia al tesoro, dove ognuno cerca di ottenere qualcosa che possa, in qualche modo, compensare il vuoto interiore che la carenza di spiritualità inevitabilmente porta in questo mondo meccanizzato e morto.

Così, ogni giorno si va alla ricerca di un posto di lavoro migliore, una relazione appagante, un viaggio in luoghi lontani, un nuovo e pericoloso sport estremo, poco importa, basta cercare, anche se non si trova, anche se poi ci si sente ancora più vuoti rispetto a quando si cercava e pur avendolo trovato.
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Ciò è naturale, l'esterno è un riflesso di ciò che viviamo al nostro interno.Se dentro ci sentiamo vuoti e pensiamo che nella nostra Vita manchi qualcosa affinché possa definirsi completa, ecco che sarà normale continuare a cercare... Ma chi cerca non trova, non questa volta, non all'esterno!

Tutto ciò di cui abbiamo bisogno ce l'abbiamo già, è dentro di noi e nessuno ce lo può togliere. Ma nessuno, del resto, ci ha mai insegnato come fare per andarcelo a prendere, per riempire quello che sembra essere un abisso interiore incolmabile, una sorta di fame di qualcosa che non sembra destinata a placarsi ma, al contrario, a crescere a dismisura.
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Se ci lasciassimo guidare dal nostro istinto, quasi immediatamente scopriremmo il nostro tesoro interiore. All'interno dello scrigno troveremmo diversi tesori quali: empatia, amore incondizionato, salute, gioia, talenti inespressi e sensibilità repressa.

Sì, perché nel mondo esterno ci hanno insegnato che è sbagliato essere troppo sensibili, si soffrirebbe; non si possono coltivare i talenti, ci vorrebbe troppo tempo e il sistema vuole degli schiavi che effettuino lavori anche contro la propria volontà; l'amore incondizionato, la salute e la gioia poi... Manco a parlarne! Mere utopie!
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E pensare che il tesoro interiore, il nostro tesoro interiore, è la verità mentre tutto ciò che ci hanno raccontato a proposito della felicità e del fatto che bisogna raggiungerla facendo e possedendo, sono solo dei falsi miti... Lo so, il mio sembra essere un ragionamento al contrario... Ma chi ha stabilito una verità definitiva? Di certo delle persone con una visione del mondo limitata i quali avrebbero voluto rendere anche noi limitati e schiavi di modi di pensare comuni, fin troppo banali.

La realtà è dentro di noi, il tesoro giace in fondo al nostro cuore, basta aprirlo per rimanerne abbagliati... Forse è la troppa luce che ci fa paura? Eppure è quella la Via per essere felici, per essere realizzati, per trasformare la propria Vita e, di conseguenza, il mondo a noi esterno.
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Non abbiate paura di sperimentare nuovi modi di vedere ed interpretare la Vita, lasciatevi guidare dall'istinto, dai vostri talenti, tornate in linea con i programmi della vostra anima e aprite il vostro cuore alla Vita. La Vita, infatti, è più saggia di noi, basta lasciarsi guidare senza opporre resistenza, seguendo l'onda e le proprie passioni, quelle che aspettano soltanto di essere seguite per realizzare il nostro scopo, quello per il quale la nostra anima si è incarnata nel nostro corpo fisico.

Vincenzo Bilotta