Del perdono ho già parlato in altri miei articoli già pubblicati in questo mio blog (puoi trovarli digitando la parola perdono/perdonare sul motore di ricerca del blog). Oggi vorrei concentrarmi sul significato del perdono, in particolare voglio fare una distinzione fra cosa non significa perdonare e cosa, invece, significa.
Perdonare non significa sottomettersi a chi, in maniera più o meno inconsapevole, ci ha fatto del male attraverso una sua azione, non azione, sarebbe sbagliato anche solo pensarlo. Questo fraintendimento porta molte persone ad avere molte difficoltà ad applicare la cura del perdono, ciò perché avvertono un senso di sconfitta legato proprio alla falsa convinzione che, dal momento in cui si perdona, in automatico ci si sottometta al proprio persecutore.
Perdonare non significa sottomettersi a chi, in maniera più o meno inconsapevole, ci ha fatto del male attraverso una sua azione, non azione, sarebbe sbagliato anche solo pensarlo. Questo fraintendimento porta molte persone ad avere molte difficoltà ad applicare la cura del perdono, ciò perché avvertono un senso di sconfitta legato proprio alla falsa convinzione che, dal momento in cui si perdona, in automatico ci si sottometta al proprio persecutore.
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Perdonare non significa nemmeno essere degli stupidi o rendersi vittime di chi, a causa della sua inconsapevolezza, ci ha fatto del male. A volte si tende a giudicare il perdono come un atto dettato da mera stupidità e, proprio per questo, l'idea stessa del perdono ancora in embrione, viene subito abbandonata.
Perdonare non significa tornare ad essere amici, ad uscire, viaggiare, sposarsi con la persona oggetto del nostro perdono, ciò perché la persona oggetto del perdono potrebbe tornare a farci del male per mezzo delle sue azioni/omissioni o perché, semplicemente, noi possiamo trovare il nostro equilibrio solo stando lontani da questa persona, in quanto magari il suo livello vibratorio è troppo basso se paragonato alla nostra energia.
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Dopo aver esaminato cosa non significa perdonare, adesso prendiamo in considerazione cosa, invece, significhi l'atto del perdono e le conseguenze che ne derivano.
Perdonare significa liberarsi, a livello sia fisico che, soprattutto, energetico, dalla persona con la quale, se non avessimo praticato la cura del perdono, saremmo rimasti legati da diversi tipi di energia quali odio, desiderio di vendetta, paura, rabbia, tristezza e, ovviamente, disturbi psicosomatici.
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Di conseguenza, perdonando guariamo la nostra Vita anche dalle malattie derivanti dai sentimenti negativi che nutrivamo nei confronti della persona che ci ha fatto del male e che ci avvelenavano sia la mente che, di conseguenza, il corpo fisico.
Perdonare significa aumentare il livello vibratorio fino a guarire prima a livello energetico e, di conseguenza, a livello fisico. Quando si perdona, infatti, si diventa più consapevoli, più saggi e più pieni d'amore nei confronti di se stessi e, di conseguenza, nei confronti del prossimo. Chi perdona, infatti, sviluppa una compassione tale da fargli accogliere senza giudizio i motivi per cui la persona oggetto del perdono ha agito/evitato di agire procurandoci, in conseguenza del suo comportamento, sofferenza.
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Perdonare significa AMARE SE STESSI, non per forza chi ci ha fatto del male col suo comportamento inconsapevole. Se la persona oggetto del nostro perdono è, in alcuni casi estremi, un assassino e ha tentato di ucciderci o arrecare danno ai nostri familiari, sarà normale, tranne in casi straordinari, non nutrire alcun sentimento d'amore nei suoi confronti.
Ciò che importa è, in questi casi estremi, l'amore verso se stessi e la propria integrità psicofisica. Perdonando, infatti, il nostro sistema psicofisico smette di vivere ed agire sotto stress e ha, finalmente, modo di riparare i danni subiti dalle tensioni che duravano a volte da anni, ciò permetterà un'autoguarigione completa e profonda in maniera definitiva.
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Perdoniamo di più, giudichiamo di meno. Perdoniamo per prima cosa noi stessi, per esserci sentiti in colpa se ci siamo lasciati trattare male, se abbiamo odiato, se ci siamo sentiti inadeguati, perdoniamoci fino a liberarci ed essere in pace con la Vita, questo è il punto di partenza.
Dopo esserci perdonati ed aver fatto la pace con noi stessi e la Vita, solo allora potremo perdonare l'altro in quanto nostro riflesso e facente parte, proprio come noi, dell'UNO. Ricordiamoci sempre che ogni evento o persona che entrano in interazione con noi fino a far parte della nostra Vita hanno, come fine ultimo, quello di farci evolvere in consapevolezza, amore ed unità, altrimenti questa interazione non avverrebbe.
Vincenzo Bilotta