lunedì 21 ottobre 2024

Morire prima di morire

Quando nasciamo e fino a quando non andiamo a scuola, siamo liberi e possiamo considerarci infinitamente potenti. Poi, con l'addomesticamento scolastico, o educazione-programmatica, le cose cambiano e noi non siamo più liberi, in aggiunta veniamo pure depotenziati.

Così, mentre da bambini eravamo pieni di entusiasmo, creatività, voglia di vivere, di divertirci, di esplorare il mondo, di GIOCARE CON LA VITA, man mano che il processo di programmazione dei nostri cervelli a scuola va avanti, noi perdiamo quello smalto, quella grinta che ci caratterizzava, per diventare, infine, degli adulti ammuffiti.
(Immagine presa dal web)



E' frequente sentire ripetere alle persone "era bello quando ero piccolo, non avevo pensieri". In pratica, a scuola, a casa e nella società in generale, c'insegnano che diventare adulti significa spegnersi, limitandosi a lavorare come somari, a procreare e poi, quando non gli servi più, ti danno un calcio nel sedere e ti rottamano...

Queste idee, assieme a quelle che col passare degli anni si debbano avere acciacchi e non si possa più studiare materie nuove per specializzarsi magari in discipline che, ai tempi in cui andavamo all'università, non esistevano ancora, sono tutti programmi depotenzianti, i quali, se continuerete a crederci, vi faranno finire in mezzo al gregge dei non-pensanti, un gregge fatto di persone che hanno deciso di adattarsi supinamente a ciò che fanno gli altri senza più pensare, nemmeno il minimo che gli è ancora consentito, nonostante il processo di addomesticamento.
(Immagine presa dal web)



Ma come fare per uscire da questa sorta di incubo, che somiglia tanto a un progetto diabolico volto a lobotomizzare tutti per poi controllarli e indurli ad obbedire supinamente ed incondizionatamente? In teoria, pochi in questa Vita sono riusciti sia pure ad accorgersi dello stato di schiavitù mentale, della programmazione cerebrale destrutturante nella quale versano, la maggior parte vive, se così si può dire, nel sonno, in attesa dell'annientamento definitivo.

Nel frattempo, in attesa della morte, ognuno vive secondo i programmi che gli hanno installato a scuola, a casa, nei luoghi in cui ha praticato attività sportive. In ogni caso si può uscire dalla programmazione, ma prima bisogna accorgersene e poi, in un secondo tempo, bisogna avere il coraggio di non fare più come "fanno gli altri".
(Immagine presa dal web)



Dopo aver deciso di uscire dalla programmazione, occorrerà morire prima di morire, ossia bisognerà ripulire la lavagna interiore, al secolo cervello, da tutte le convinzioni limitanti le quali, se tenute ancora attive in testa, ci farebbero andare avanti in automatico e secondo le direttive impartite dall'alto dai nostri programmatori.

Non si muore una volta sola, alcuni possono farlo due volte. La volta prima della morte del nostro apparato psicofisico, però, sarà quella più importante, quella che determinerà la nostra rinascita, la nostra libertà dalla programmazione, dagli schemi mentali, dalle convinzioni limitanti.
(Immagine presa dal web)



Morire prima di morire significa tornare in Vita, prima che sia troppo tardi, riappropriandosi della propria creatività, risvegliando il bambino che è in noi, aprendo il nostro cuore alla Vita, scuotendosi di dosso la muffa e il torpore che ci avevano installato attraverso il programma "adulto pieno di responsabilità".

Chi riesce a morire prima di morire, quando rinasce a nuova Vita sa che l'età è solo un numero, che non è mai troppo tardi per realizzare i sogni che abbiamo coltivato sin da bambini, che non è vero che gli adulti non possono mai giocare, divertirsi ed essere felici, solo i morti non ne hanno più la possibilità, ciò perché sono morti.
(Immagine presa dal web)



Usciamo da questa Vita da zombie, moriamo prima di morire, apriamo gli occhi, torniamo a stupirci per un tramonto, per una lumaca che esce fuori dopo la pioggia col suo incedere lento, impariamo a vivere, a modo nostro, senza schemi, in funzione della realizzazione dei nostri sogni smettendo, al contempo, di guardare in direzione delle tenebre, volgiamo lo sguardo verso la luce e viaggiamo spediti verso la realizzazione dei nostri sogni, nessuno può impedircelo, perché solo noi siamo i condottieri della nostra Vita!

Vincenzo Bilotta